In questo articolo ti spieghiamo come riconoscere il mobbing e quali tutele possiamo invocare.
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Argomenti trattati
- Cosa intendiamo per mobbing ?
- Quali sono i riferimenti normativi?
- Quali sono gli indizi che possono farmi capire di essere vittima di mobbing ?
- Differenze tra mobbing e maltrattamenti
- Mobbing Verticale e Mobbing Orizzontale
- Cassazione 2024: anche lo straining è illegittimo
- In quali casi è bene rivolgersi ad uno specialista?
Cosa intendiamo per mobbing?
Con mobbing intendiamo la situazione in cui il datore di lavoro mira ad eliminare un lavoratore. Lo stesso potrebbe essere fatto dai colleghi. Il lavoratore viene quindi bersagliato da una lunga serie di atteggiamenti ostili con lo scopo di indurre le sue dimissioni. Insomma, un vero e proprio disegno persecutorio, che però può essere subdolo e quindi difficile da inquadrare.
Quali sono i riferimenti normativi?
Non esiste una vera e propria fonte normativa del mobbing. Il fenomeno non è infatti un istituto giuridico, non esiste una norma di legge che lo descriva e lo regolamenti. E’ una categoria creata dalla giurisprudenza, cioè dalle sentenze che negli anni lo hanno trattato.
Ad esempio la Cassazione con la recente ordinanza n. 38123 del 2.12.21 ribadisce che c’è mobbing se coesistono intento persecutorio del datore di lavoro, una serie di condotte a ciò finalizzate, e il nesso causale tra condotte datoriali e l’intento persecutorio. Insomma, devono sussistere diversi requisiti per poter dire: e’ un caso di mobbing.
Ancora, nel 2022 la Cassazione con la sentenza n 35235/2022 ha delineato con chiarezza i 4 elementi identificativi del mobbing: 1) serie di condotte datoriali sospette; 2) danno alla salute psicofisica del dipendente; 3) nesso causale tra i due precedenti elementi; 4) elemento soggettivo (= volonta’ espulsiva).
Di fatto la fonte normativa indiretta è l’art. 2087 c.c., che impone al datore di lavoro di tutelare la salute sia fisica che psicologica del lavoratore. Quindi la condotta mobbizzante è illecita perché viola questo preciso obbligo di legge.

Quali sono gli indizi che possono farmi capire di essere vittima di mobbing?
Sono vittima di mobbing quando datore di lavoro o colleghi mi bersagliano per parecchio tempo, con atteggiamenti ostili allo scopo di farmi dare le dimissioni.
Attenzione: serve un preciso disegno espulsivo. Non basta quindi qualche screzio, qualche antipatia personale od anche qualche singola situazione ingiustificata o fastidiosa
Deve sussistere un complesso di azioni sistematiche, con lo scopo preciso di espellere il dipendente dal posto di lavoro
E le azioni rilevanti per il mobbing potrebbero anche essere astrattamente lecite, di per sé, ma diventare illecite se considerate nel loro insieme.
Differenze tra mobbing e maltrattamenti
Molto spesso il lavoratore che si rivolge al legale crede di essere vittima di mobbing, ma in realtà subisce un altro genere di condotta illecita.
Ad esempio, i maltrattamenti. Che invece rappresentano un’altra situazione dalla quale ci si può comunque tutelare, sia in sede civile che in sede penale
Analogamente che per i maltrattamenti, possiamo agire in caso di un trasferimento che reputiamo ingiusto. Questo aspetto potrebbe far parte dell’azione di mobbing, sempre che siano presenti le condizioni precedentemente menzionate.
Tuttavia nel caso del maltrattamento possiamo avere anche un singolo episodio rilevante, che già comporta la punibilità del datore di lavoro. Nel caso del mobbing, invece, devono coesistere più elementi contemporaneamente: il preciso disegno di espellere il lavoratore, il complesso di azioni anche astrattamente lecite a ciò finalizzate, ed infine la durata nel tempo.
Le due fattispecie sono allora molto diverse, anche se a prima vista potrebbero sembrare uguali.
Mobbing Verticale e Mobbing Orizzontale
Le definizioni di mobbing verticale e di mobbing orizzontale provengono dalla giurisprudenza, così come quella del mobbing in sé, e la differenza tra i due risiede principalmente nella provenienza.
In particolare, per mobbing verticale si intende il mobbing che avviene per opera del datore di lavoro o comunque dei ”superiori“.
Con il termine di mobbing orizzontale si va ad indicare il mobbing subìto dai colleghi ”pari grado“ o comunque non dai propri superiori.
Cassazione 2024: anche lo straining è illegittimo
Talvolta, però, anche singoli gravi ed eclatanti episodi di vessazione possono comportare responsabilità risarcitoria del datore di lavoro, anche se non configurano mobbing. Questo accade quando si verifica il fenomeno che la giurisprudenza oggi qualifica come straining, ossia quel clima di elevata conflittualità e sofferenza indotta sul lavoro, che può determinare in capo al datore di lavoro la responsabilità ex art.2087 c.c. Vedi la recente pronuncia della Cassazione n. 4279 del 16 febbraio 2024.
Lo straining viene considerato una forma di mobbing “attenuato”: per lo più è integrato da un clima lavorativo altamente stressogeno, a causa di una pressione costante ed elevata posta in essere da un superiore gerarchico o dallo stesso datore di lavoro, e che è in grado di compromettere la salute psico fisica del lavoratore.
Anche recentemente, con l’ ordinanza n 123 del 4 gennaio 2025 la Cassazione sezione lavoro ha ribadito la responsabilita’ del datore di lavoro che in qualche modo tollera, o lascia correre, un clima di lavoro stressogeno e non si adopera per limitare i conflitti.
In quali casi è bene rivolgersi ad uno specialista?
E’ quindi molto difficile capire se si sia effettivamente in presenza di mobbing od altra situazione lesiva dei diritti del lavoratore. Oltretutto, in un eventuale giudizio è il lavoratore che deve fornire la prova dei vari elementi costitutivi del mobbing o dello straining. È allora necessario rivolgersi ad un esperto .
Se dunque ci sembra che sul posto di lavoro ci stiano facendo una guerra più o meno aperta, allo scopo di farci dare le dimissioni, o comunque che ci stanno facendo impazzire, e che la cosa stia durando ormai da parecchio tempo, è il caso di rivolgersi ad un legale esperto del diritto del lavoro, cioè un giuslavorista, per capire come tutelarci.
Lo Studio Daneluzzi tratta di diritto del lavoro?
Certamente SÌ. L’avv. Chiara Daneluzzi è avvocato giuslavorista e tratta cause e controversie di lavoro sin dal 1999. È membro del direttivo veneto di Avvocati Giuslavoristi Italiani (AGI) dal 2022, la più rappresentativa associazione specialistica del diritto del lavoro, che la certifica come avvocato del lavoro esperto.
Grazie all’esperienza maturata in molte cause di successo, lo Studio può offrirvi sia consulenza che assistervi in giudizio e patrocina ricorsi avanti TAR e Consiglio di Stato, essendo l’avv. Daneluzzi anche Cassazionista.
Potete rivolgervi con totale fiducia allo Studio nelle sedi di Treviso, Venezia e Pordenone oppure, in prima istanza, da remoto.
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